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Dagli esordi all'Informale di Lorenza Trucchi |
Franco Garelli: scultore del proprio tempo di Piergiorgio Dragone |
Franco Garelli di Enrico Crispolti |
Notizie biografiche
1909-1930 Garelli, con la sorella più giovane, ritornerà ancora tante volte in quei luoghi e precisamente a Bossolasco, nella casa della nonna. Seguendo i consigli del padre, il giovane Garelli frequenta a Torino il Liceo Classico D'Azeglio e si iscriverà successivamente alla Facoltà di Medicina e Chirurgia. Nonostante la scelta di intraprendere gli studi medici, Garelli aveva dato prova fin dagli anni del Liceo, della sua grande abilità creativa sia nel disegno che soprattutto nell'ambito plastico, con la realizzazione di grandi terrecotte ...... "Aveva incominciato quasi da ragazzo a tirar su enormi figure di terra, maneggiando decine di chilogrammi di argilla Nel 1927 il giovane artista partecipa ad una collettiva torinese esponendo una testa di cera (in cera da candele). Garelli partecipa a diverse mostre regionali e ad alcune sindacali nel 1932, alla 1° Mostra piemontese di arte goliardica, ai Littoriali anno X e,nel 1933, alla P Mostra documentaria di Vita Goliardica organizzata dal GUF di Torino, che si tenne al "Faro". A quest'ultima esposizione l'artista si incaricherà di affrescare la Sala della Goliardia, dedicata alla attività generale dei Goliardi dal 1300 fino a quei giorni, mentre ai Littoriali dell'Arte (Firenze 1934), l'artista, si presenta con caricature e disegni umoristici, ma anche con enormi cavalli e cavalieri per l'illustrazione dei De Bello Gallico. 1934-1941 Dal 1936 al 1941 Garelli diventa collaboratore de La Stampa, L'Italiano e La Gazzetta del Popolo di Torino, in qualità di corrispondente dai territori dell'Africa Orientale. Parte dei disegni e delle lettere inviati agli amici o dimenticate ai tempi dell'avventura africana all'interno di qualche tenda verranno raccolti da Garelli in un testo intitolato "Con gli Alpini in A. 0. ", pubblicato dalla Treves di Milano nel 1947. L'avventura di Franco Garelli ceramista inizia al termine degli anni '30, modellando le argille di Albisola e quelle di Castellamonte. I temi ricorrenti sono figure di "Uomini" e "Pomone", grandi e piccole, ai quali seguiranno tori e toreri, Don Chisciotte e, negli anni '60, svariati galli e cavalli accompagnati da "forme" non identificabili ad un ordine iconologico, ma anch'esse cariche di quel vitalismo che l'artista manterrà costantemente nello svolgersi della sua attività. 1940-1950 Dal '41 al '43 partecipa al conflitto mondiale in Italia e viene insignito della Croce di Guerra al Valor Militare. Nel dopoguerra Garelli svolge l'attività di Libero Docente in Otorinolaringoiatria nel corso di Chirurgia Plastica presso la Facoltà di Medicina dell'Università di Torino, conciliando l'attività medica con quella artistica: è infatti questo il periodo in cui maggiormente si susseguono le esposizioni in tutta Italia. Sono di questi anni le evidenti influenze picassiane, nelle scomposizioni delle figure e degli oggetti, come in "Natura morta" olio su tela, esposta nel 1948 alla Biennale di Venezia o nella drammatica serie di disegni dedicati alla guerra (fucilazioni). Lo stesso Garelli nel fascicolo "Dipingere oggi", realizzato in occasione di una conferenza che si tenne alla Galleria La Bussola di Torino nel 1949 nel corso di una propria mostra, ebbe modo di esaltare Picasso come un grande esempio di attività figurale. Nel 1947 partecipa al "Premio Torino" e alla Quadriennale d'Arte Moderna alla Società Promotrice delle Belle Arti di Torino, mentre nel 1949 espone alla Galleria del Naviglio di Milano e alla Galleria d`Arte del Cavallino di Venezia (ceramiche): in occasione di quest'ultima, Marcel Gaillard, nel catalogo della mostra, rivela il suo interesse a " .... questa voce italiana che, con quelle di Viani, Mirko e Consagra, sta veramente avviando un nuovo discorso che potrà dare molte risposte alle nostre attese." La fine degli anni '40 rappresenta per Garelli un periodo di grandi incontri: ad Albisola e Vallauris incontra Fontana, Tullio Mazzotti ma anche Agenore Fabbri ed Luigi Sassu. Un'atmosfera internazionale permea l'ambiente dell'artista, grazie soprattutto alla presenza del gruppo sperimentale nord europeo "Cobra" di Jorn, Appel, Corneille e Constant, presente al Laboratorio Sperimentale di Alba animato da Pinot Gallizio. Garelli esporrà con loro sculture e disegni nel 1956, in occasione della Manifestazione del Movimento Internazionale per una Bauhaus Immaginista realizzata all'Unione Culturale. In un'intervista del 1965 Garelli ricorda: " Gli argomenti vertevano sull'Informale, con accese coloriture espressionistiche. In definitiva era un gruppo di persone d'avanguardia non ben precisata di diversi paesi che avevano certe cose da sfogare e le sfogavano.".(5) 1950-1960 A Torino l'attività Informale è particolarmente viva attorno alla Galleria Notizie di Luciano Pistoi ed all'omonima pubblicazione. In questo ambito frequenti ed intensi sono i contatti tra Garelli e Michel Tapiè. Questi ebbe modo di dire dell'opera dell'artista torinese ".... Garelli semble opérer la Forme pour lui donner des chanches d'exister encore, dans une ivresse de destruction-creation pantheiste..."(3). Nel 1957 la rivista "Notizie" dedica a Garelli il fascicolo n° 2 intitolato "Una Scultura di Franco Garelli", con testi di Luciano Pistoi, Renzo Guasco e dello stesso Garelli, con l'intento di "leggere" una scultura che l'artista realizzò proprio in quell'anno (FG.-F57). Durante l'anno soggiorna a Parigi e sempre nel 1957 esegue due opere per esterni, "Fontana Ass" in ferro saldato per un edificio al Parco del Valentino e "Figure col Sole" grande scultura in ferro in rilievo traforato che, nata con funzione di fontana, venne realizzata per un edificio in Corso M. D'Azeglio dagli architetti Gualtiero Casalegno e Stefano Chiosso. Nel 1958 Garelli espone a Torino al Circolo degli Artisti (testi di Tapié e Guasco) e nello stesso anno vince il Concorso per decorazione della parete nord della Biblioteca Civica di Torino, con un'opera costituita da un grande bronzo e ventuno bassorilievi in pietra di Vicenza realizzata nel 1963. Sempre nel '58 espone con mostre personali a Milano (Galleria del Naviglio), Parigi (Galerie Stadler), Roma (Galleria Pogliani). Nel 1959 soggiorna e lavora per qualche tempo a Tokyo dove tiene una mostra personale alla Guendai Gallery, seguite da quelle organizzate a Kyoto e a Osaka, e ancora nello stesso anno con l'opera "Figura (Langhe)" in ferro smaltato, partecipa a Torino alla mostra "Arte Nuova" al Circolo degli Artisti, mostra particolarmente importante nel proporre una selezione di artisti internazionali coinvolti nell'avventura informale (tra gli altri: Appel, Burri, Capogrossi, De Kooning, Fontana, Kline, Krasner, Mathieu, Ossorio, Pollock, Riopelle, Shiraga, Vedova, Wols, Tapies, Teshigahara,Tobey). In questi anni e nel decennio successivo partecipa alle grandi rassegne internazionali d'arte moderna, organizzate in città quali Caracas, Osaka, San Francisco, Bruxelles, New York, Göteborg, Buffalo, Pittsburgh, Anversa. 1960-1970 Nel 1961 espone alla Parma Gallery di New York con testi in catalogo di Lionello Venturi e Michel Tapié. Già insegnante all'Accademia di Belle Arti nel '60 partecipa al concorso per la cattedra di scultura mentre quattro anni dopo diventa titolare della cattedra di Figura e Ornato modellato presso il Liceo Artistico. Sarà proprio in questi anni che Garelli abbandonerà la professione medica per dedicarsi completamente all'arte. Si apre così un periodo di nuove ricerche per l'artista che dalla "figura" passerà "all'oggetto" considerato come più vicino alla realtà tecnologica del mondo contemporaneo. Sono i Tubi, fino a 2 metri di altezza, realizzati con lamine di ferro piegate su se stesse e poi colorate con vernici industriali che verranno presentati alla 33'° Biennale Internazionale d'Arte di Venezia del '66, (T.R.I., T.R.2, T.R.5; ... ) con una sala personale. Secondo Dorfles, che scrive la presentazione di Garelli alla Biennale, il suo lavoro "... gli permette di conferire all'opera quel carattere di effimericità sempre più consanguineo all'arte dei nostri giorni." L'artista utilizza anche altri materiali come le reti (Salbos), e sperimenta tra il 1963 e il 1964 i "Plamec", rilievi con resine industriali e materiale plastico che vengono esposti alla Galleria Blu di Milano. Nel 1961 realizza a Torino una scultura in ferro saldato alta 8 metri per il padiglione del Piemonte nella "Mostra delle Regioni", e una scultura in alluminio lunga 8 metri ed una "Figura" in velo di acetato nella mostra "Moda -Stile -Costume" (della quale è anche vicepresidente) in "Italia 61" la grande manifestazione organizzata per la celebrazione del centenario dell'Unità d'Italia Nel 1962 espone con una sala personale alla XXXI Biennale Internazionale d'Arte di Venezia, realizza un cancello in bronzo per la sede della vecchia Stipel a Torino e nel '63 vince un secondo concorso per rilievi in Opere Pubbliche, sempre a Torino, al quale fa seguito quello sostenuto per sculture a Bologna. Sempre nel 1963 disegna un grande mosaico per il Lungomare di Albisola che sarà realizzato accanto a quelli di altri artisti. Garelli trasferisce il suo studio a Beinasco, nelle vicinanze di Torino, dove alcune opere sono sistemate nello spazio aperto del giardino. Proprio su richiesta di quel comune l'artista realizzerà nel 1966 il Monumento ai Caduti. Garelli è commissario alla Quadriennale di Roma del 1965. Nel 1966 per i titoli delle Edizioni Minerva Artistica, viene pubblicata la monografia "Sculture di Garelli" a cura di Enrico Crispolti. Nel 1967 nel capoluogo piemontese la Galleria Viotti presenta una rassegna di 36 bronzi dal 1930 ("Faunetto'") nel 1965 ("Dimora"), con un testo a catalogo di Enrico Crispolti; nel '69 la V Biennale d'Arte del Metallo di Gubbio gli dedicherà un'antologica. Nello stesso anno Garelli realizza un'altra opera nell'ambito di un edificio torinese, quello della sede Rai, un grande rilievo in ferro sabbiato intitolato "Sinfonia". Nel corso di questi anni anche le ceramiche ("forme") e il disegno ripropongono pari passo l'evoluzione delle lavorazioni scultoree. Anzi proprio attraverso il disegno e la pittura Garelli amava utilizzare tecniche diverse fin dalle prime prove della serie dei pieni-vuoti giungendo al "nuovo spazio" e ai collages. 1970-1973 Nel 1972 viene collocata una grande scultura in ferro saldato nell'atrio della sede della Regione Piemonte a Torino. Muore nel 1973, il 22 Aprile colpito da una malattia incurabile vivendo l'ultimo periodo quasi in isolamento da quel mondo al quale lui voleva aderire con tutta la sua energia. (1) Ceramiche di Franco Garelli, testo di Angelo Dragone, Galleria Pirra, Torino 24 marzo - 24 aprile 1982 (2) R. Romano Appunti in A. 0., Gazzetta del Popolo, Torino, 24 giugno 1936 (3) Sculture di Garelli, testo di Michel Tapié, Collezione "le presenze", Galleria Blu, Milano, 17 febbraio - 2marzo 1958 (4) Ceramiche di F. Garelli, testo di Marcel Gaillard, Galleria d'Arte del Cavallino, Venezia, 3-13 settembre 1949 (5) Pinot Gallizio e il Laboratorio Sperimentale di Alba, catalogo a cura di Mirella Bandini, Galleria Civica d'Arte Moderna, Torino, 28 maggio - 15 luglio 1974 Queste notizie biografiche sono state redatte con il contributo di Daniela Pogliano. |